Viaggio al centro del futuro
L’UE non vuole Black Mirror e l’Italia fa volare i treni - Leletter N.102
Now playing: Lateralus - Tool
Ciao giovane padawan,
come stai? Com’è andata la tua settimana?
Pensi mai a come sognavi il futuro da bambino? Io ero un grande appassionato di fantascienza e prima ancora di Jules Verne, che io conoscevo come “Giulio Verne” con la “e” finale pronunciata, e ai tempi immaginavo il futuro come un’epoca di prosperità, magari un po’ fredda dal punto di vista dei rapporti umani, ma certamente piacevole. Un po’ più tardi ho conosciuto e ho iniziato ad amare la distopia di Philip Dick e di tanti altri (Orwell e Bradbury, ad esempio, solo per citare i più famosi) e allora mi sono chiesto se il futuro non avrebbe, in realtà, assunto sfumature cupe, militarizzate, disumanizzate. A questo punto la successiva domanda è stata inevitabile: questo tempo che non è e non è stato, ma esiste solo nella mente di chi lo immagina, sarà bello o brutto? Sarà foriero di progressi e miglioramenti per tutti oppure ci condurrà verso una dittatura feroce e silenziosa? Non lo sapevo ancora, ma mi stavo ponendo una domanda che forse ogni essere umano si è posto, senza avere la possibilità di darsi una risposta definitiva.
Nei tempi in cui viviamo, così significativi per l’evoluzione tecnologica, i segnali che testimoniano la costruzione di un futuro distopico o utopico si alternano di continuo, rendendo sempre più complicato comprendere cosa ci dobbiamo attendere. Se dovessi fare una scommessa, guardando al passato, pensando al presente, direi che l’evoluzione tecnologica porterà beneficio al genere umano, ma la vera sfida è quella di fare in modo che i vantaggi siano a disposizione senza discriminazioni. Come diceva Henry Ford “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.
1. AI Act: eviteremo un Black Mirror europeo?
Mercoledì 13 marzo il Parlamento Europeo ha approvato all'unanimità l'AI Act, la prima norma al mondo che regolamenta l'uso dell'Intelligenza Artificiale.
Ma esattamente cosa prevede? Provo a sintetizzarne le disposizioni principali:
4 livelli di rischio da attribuire ai sistemi di AI, ovvero minimo, limitato, alto e inaccettabile;
divieto di raccolta massiccia di volti da immagini presenti in internet;
rifiuto dei sistemi di punteggio sociale sul modello cinese (simili a quelli visti in Black Mirror)
divieto di attività rientranti nella definizione di “polizia predittiva”, ovvero l’intervento preventivo sulla base delle possibilità che una persona commetta reati in rapporto ai dati sensibili che la riguardano (come in Minority Report, racconto di Philip Dick diventato un film con Tom Cruise);
la sorveglianza in tempo reale basata sul riconoscimento biometrico sarà possibile solo se gli indagati saranno sospettati di reati molto gravi inclusi in un elenco specifico.
Questo provvedimento apre la stagione della regolamentazione delle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale, ma getta anche una luce sinistra sulle possibilità di controllo che l'AI mette a disposizione dei governi. Non a caso nell'elenco precedente ho citato il più grande autore di fantascienza distopica e la serie che più di tutte ci ha fatto riflettere sugli scenari poco desiderabili del futuro. L'UE ha fatto abbastanza per tutelare i propri cittadini? Gli altri governi mondiali come agiranno? Ne riparleremo!
2. Decathlon si rifà il look: Estiquaatsi!
C’era questa famosa gag di Lillo e Greg in cui un giornalista, Lillo, intervista il grande capo indiano Estiquaatsi, Greg, il quale commenta le dichiarazioni del reporter iniziando sempre la frase con “Estiquaatsi… pensa che”, con quella pausa tra il nome e il verbo che riempiva di senso lo sketch. L’altro giorno ho aperto Linkedin e mi sono trovato davanti una cinquantina di post sul rebranding di Decathlon e mi sono detto, tra me e me, “Estiquaatsi… pensa che queste analisi sono forse un po’ troppe e non così interessanti”.
Non per essere gretti, per chi lavora nella grafica il restyling del logo di un marchio così significativo ha una certa importanza, ovvio. Però chilometri di post, articoli dedicati, video con analisi minuziose del nuovo pittogramma (elemento grafico di un logo), verifiche puntuali di quanto le lettere siano state separate, boh, mi sembrano un po’ degli onanismi intellettuali. Capisco, ripeto, l’interesse, ma questo approfondimento così puntuale, tra l’altro con toni entusiastici incomprensibili, mi sembra davvero eccessivo. Il rebranding non ha dato vita a un logo del tutto diverso o a uno stravolgimento della brand identity, il lettering (la scritta all’interno del logo) è molto simile alla precedente, il pittogramma è un’interessante aggiunta ma non stravolge il logo, il colore principale è passato da celeste a blu. Sicuramente è un’operazione ben fatta, anche al fine di evidenziare la natura di produttore e non solo di rivenditore del brand, ma gridare al prodigio mi sembra troppo. Se, nonostante i miei improperi, comunque ti interessa approfondire la questione, perché il restyling di Decathlon è la tua nuova missione di vita, ti lascio il video di Caffé Design, che perlomeno ci regala un’analisi ben fatta.
Ascolta la playlist della Leletter!
“La casa dei figli di mouse” è ‘nu babbà o na lota?
Non ha molto senso scrivere “reality dei tiktoker”, ma definizione migliore per questo programma non credo ci sia. “La casa dei figli di mouse”, dal nome quantomeno bizzarro e i contenuti decisamente trash, si ispira molto al più celebre dei reality show, il Grande Fratello, ma viene trasmesso in diretta soltanto su Youtube, ogni sera, per 3 settimane. I concorrenti sono 12 tiktoker napoletani, chiusi nella casa senza smartphone né contatti con l’esterno. A mettere in piedi l’iniziativa è stata l’agenzia Max Adv, che ha cercato la fusione tra televisione e social, riscuotendo un grandissimo successo di pubblico, se si pensa che la prima live ha superato le 300.000 visualizzazioni, con tantissimi commenti live. Interessante notare come questo esperimento abbia attratto molti investitori locali, come testimoniato dal copioso numero di banner pubblicitari che appaiono nel corso delle dirette.
So che stai alzando le sopracciglia, pensando: “ma dove andremo a finire” o “quasi quasi rimpiango il Grande Fratello”, tuttavia questo esperimento ha molti elementi interessanti. È la prima volta che un format televisivo ospita solo personaggi famosi sui social, nell’ambito di un programma che, anche se ha un conduttore, come in tv, viene trasmesso solo online, su Youtube ma pure spezzettato in mille minivideo che finiscono su qualunque piattaforma social. È un ibrido che sta avendo un certo successo, il che potrebbe qualificarlo come un capostipite di un nuovo genere, perché se il pubblico, gli sponsor e i produttori sono soddisfatti arrivano altri investimenti e, alla fine, tutti vogliono partecipare al nuovo business. Come ripeteva il saggio imperatore Vespasiano, di fronte allo sdegno del figlio Tito per aver imposto una tassa sull’urina, “pecunia non olet”!
Il futuro è qui: sono arrivati i treni volanti
Al futuro distopico di cui parlavamo poco fa si contrappone l’immaginario di città del futuro pacifiche e tecnologicamente avanzate, in grado di alleviare l’essere umano da fatiche e miserie. E cosa c’è di iconicamente più potente dell’immagine di veicoli che volano? Tra Adria e Mestre, l’azienda italiana IronLev ha testato un treno volante o, con più esattezza, un treno a levitazione magnetica. Sembra incredibile, ma in effetti si tratta di un modulo, una sorta di vagoncino futuristico (del peso, comunque, di una tonnellata) che, grazie ai magneti e senza alcun contatto fisico, è in grado di muoversi sui binari esistenti e di raggiungere, potenzialmente, una velocità di 500 km/h.
L’enorme vantaggio di questa tecnologia è che ha bisogno di pochissima energia per funzionare. In pratica le serve giusto quella per mettersi in moto, perché poi, grazie allo scarso attrito e alla possibilità di recuperare potenza nelle frenate, come fanno le auto ibride ed elettriche, in pratica il veicolo si autoalimenta. Altra indubbia caratteristica positiva è la possibilità di utilizzare le linee esistenti, senza la necessità di costruirne altre ad hoc. Infine, questa tecnologia è silenziosissima poiché, non essendoci sfregamento meccanico, non produce nemmeno alcun tipo di rumore.
Per ora il vagoncino, una specie di trapezio in 3d, ha viaggiato a una velocità di appena 70 km/h, ma già la prossima volta gli ingegneri proveranno a farlo arrivare a 200 km/h. Siamo in presenza di una svolta epocale? È possibile, in fondo di solito questo tipo di rivoluzioni arrivano in silenzio, come un solido futuristico che si muove agilmente e silenziosamente su una piccola ferrovia tra la Romagna e il Veneto.
Cosa c’entrano le balene con Fibonacci?
Ipnotico, mesmerizzante, incredibile! Quando mi è passato sotto gli occhi questo reel da principio ho creduto che si trattasse di una sorta di installazione artistica subacquea, poi ho visto le balene.
In pratica questi immensi mammiferi pescano rilasciando delle bolle d’aria in acqua con una sequenza precisa, che confonde e risucchia le prede. E già, di per sé, questo è un fatto notevole, in più, in alcuni casi, come in quello che ti ho linkato, i cetacei danno una forma precisa a questa sequenza di bolle, quella della spirale di Fibonacci o sezione aurea, lasciando lo spettatore a bocca aperta.
A proposito, sai perché ho messo Lateralus dei Tool all’inizio di questa Leletter? È basata sulla sequenza di Fibonacci, soprattutto nella sillabazione delle parole di quel pazzo del cantante, Maynard James Keenan.
È finita la Leletter, evviva la Leletter! Vuoi farmi scrivere la Leletter seguendo la sequenza di Fibonacci? Basta che rispondi alla email con cui ti è arrivata.
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Ad maiora,
Emanuele