Now playing: Tango - Tananai
Ciao giovane padawan,
come stai? Com’è andata la tua settimana?
Mi sto preparando per andare a Rimini, dove parteciperò al Web Marketing Festival (WMF), il più importante evento italiano sulla comunicazione, il marketing e l’innovazione. La prossima Leletter tratterà delle questioni più interessanti emerse in quel contesto, perché è un’esperienza talmente totalizzante, bella e significativa che non posso non dedicarle un intero numero!
Ieri, come forse hai saputo, ma forse eh, è passato al mondo il politico italiano più discusso della Seconda Repubblica, Silvio Berlusconi. La stampa, i social, l’opinione pubblica si sono immediatamente polarizzati, come ai tempi in cui era saldamente a capo del Governo, e per alcuni era il profeta della nuova era liberale e per altri un lestofante da mandare in galera. Sono passati 12 anni da quando ha abbandonato Palazzo Chigi eppure le opinioni su di lui continuano ad essere o bianche o nere, tranne alcuni rari casi.
Mi asterrò qui dall’esprimere la mia opinione sul suo operato politico e imprenditoriale, non è la sede e non credo di poter aggiungere nulla di particolarmente rilevante a tutto quello che è già stato scritto. Voglio solo dire che la sua morte mi ha colpito. Mi ha colpito perché, nel periodo della mia massima partecipazione politica, Berlusconi era lì, più forte e potente che mai, ed era impossibile non confrontarsi con la sua figura, che si stagliava sul panorama politico nazionale. Sembrava invincibile, irremovibile, immortale.
E invece è stato vinto, rimosso, e, alla fine, se n’è andato anche lui.
Dopo questa botta di allegria passiamo alle notizie.
1. Apple Vision Pro (me tocca)
Riflessione d’obbligo sull’Apple Vision Pro, so che l’aspettavi con impazienza.
Apple Vision Pro è il nuovo visore AR/VR, o per la “realtà mista”, in grado di fare cose pazzesche, ad esempio navigare in un sistema operativo virtuale usando solo gli occhi e le mani, leggere un quotidiano online muovendo solo due dita, riprodurre un film come fossi al cinema, etc (se vuoi approfondire c’è il video promozionale).
Potenzialmente è un oggetto in grado di riassumere in sé tutti i principali dispositivi attualmente in uso e renderli superflui. I/le melamaniaci/che sono impazziti/e e hanno postato tutto il loro entusiasmo su qualunque social, al grido di “Il mondo non sarà più lo stessooo” e “Tim Cook ti amooo!”. Tuttavia, chi lo ha provato ha dato un feedback meno entusiastico.
La valutazione è stata generalmente positiva per quanto riguarda le funzionalità, ma è la natura stessa del dispositivo IL problema, così come lo è stato per i suoi predecessori, da HoloLens a Oculus Quest,Mfino ai Google Glasses. Si tratta di un oggetto che si frappone tra chi lo indossa e la realtà, isolandolo/a, rendendolo/a parte di un mondo che appartiene solo a lui/lei. Wired USA ha già decretato il flop del visore di Apple, giudizio un po’. prematuro, ma certo le premesse per uno dei primi passi falsi dell’azienda di Cupertino ci sono tutte:
il prezzo elevatissimo (3.499$);
alcuni problemi di design non risolti (come la batteria esterna collegata a un cavo);
la costante barriera che interpone tra la percezione umana e la realtà.
Sono tutti elementi che difficilmente lo renderanno un dispositivo spartiacque come è stato l’iPhone. L’unico vantaggio reale sembra essere la capacità di utilizzare i vari dispositivi da un unico punto di accesso, il visore stesso. Per il resto è una versione potenziata e migliorata dei suoi predecessori, che non sono riusciti a imporsi in modo significativo sul mercato.
Mentre l’intelligenza artificiale apporta evidenti ed immediati vantaggi nella quotidianità delle persone, e per questo sta spopolando, la tecnologia AR/VR, per non parlare del metaverso, pare destinata a delle nicchie molto piccole e specifiche, perché nella vita di tutti i giorni non offre benefici significativi.
Mizzica, quanto mi sono sbilanciato!
2. E pure Wordpress approda nel magico mondo dell’AI
Piccola grande rivoluzione per chi lavora nel magico mondo del web e dei Content Management System (CMS): Wordpress ha rilasciato Jetpack AI, un plugin in grado di generare testi a partire da un prompt, tradurre articoli in diverse lingue e correggere gli errori grammaticali. Niente che ChatGPT non faccia, ma Jetpack è un toolkit sviluppato da Wordpress e spesso inserito in automatico nei pacchetti di installazione del più grande CMS del mondo, dunque molto diffuso. Anche se la funzionalità sarà a pagamento (10$/mese), è facile ipotizzare una sua diffusione molto capillare.
È solo il primo passo dell’interazione tra AI e CMS? Penso proprio di sì, penso che tra qualche anno la progettazione e realizzazione di un sito sarà di gran lunga semplificata, grazie all’intervento dell’AI, non solo per quanto riguarda la generazione dei contenuti, ma anche nello sviluppo del sito stesso, sia dal punto di vista grafico che da quello tecnico. Segnate sta considerazione che poi ne riparlamo!
3. Zucky copia Telegram e apre i canali su IG e Whatsapp
Oooh, Marcolino Zuckerberg ha inaugurato i canali, sia su Instagram che su Whatsapp, con appena 8 anni di ritardo rispetto a Telegram, che li ha introdotti nel 2015. Cosa sono i canali? Non c’è bisogno di gondola, sono simili ai gruppi ma la differenza sostanziale è che la comunicazione avviene in modo unidirezionale, ovvero l’amministratore del canale decide cosa dire mentre gli iscritti possono solo fruire del contenuto. I canali Telegram, finora, sono stati una versione contemporanea delle newsletter (passami il paragone), facilitando il contatto tra proprietario e iscritti. Per quanto riguarda Meta, in Italia sono già stati introdotti i canali di Instagram, come avrai potuto notare dalle fastidiose notifiche, mentre quelli di Whatsapp no e non c’è ancora una data certa per il rilascio.
Con questa novità Zuckerberg mira a strappare al rivale l’esclusiva di una delle sue più importanti e popolari funzioni. Dato che Whatsapp è una piattaforma molto più diffusa di Telegram, creator e brand potrebbero optare per il passaggio ai canali dell’app di messaggistica di Zuckerberg.
Sarebbe l’ennesima volta che Meta copia una funzionalità ad un concorrente (come accaduto per le storie, ad esempio) e la rende popolare, grazie al rilevante numero di iscritti alle proprie piattaforme. Telegram, IMHO, funziona meglio di Whatsapp ed è estremamente più duttile, inoltre investe moltissimo nella ricerca. Spero che la mossa di Meta non rappresenti uno shoryuken fatale per l’azienda russa.
Ascolta la playlist della Leletter!
Luis vs Fedez, storia di un caso mediatico
“Muschio selvaggio” è uno dei videopodcast più visti/ascoltati in Italia e, fino allo scorso febbraio, era co-condotto da Fedez e Luis Sal. Dopo Sanremo, Luis è sparito dalla conduzione, portandosi dietro tanti non detti, finché la scorsa settimana Fedez ha postato un video di 15 minuti in cui illustra i motivi per i quali Luis si è allontanato, evidenziandone il senso di irresponsabilità. Un paio di giorni dopo Luis ha pubblicato un video-risposta di 4 minuti e mezzo sul canale youtube del podcast nel quale risponde a Fedez esponendo il suo punto di vista, aiutandosi con un PowerPoint e un computer. Il web decreta all’unanimità la “vittoria comunicativa” di Luis, al grido di “Dillo alla mamma, dillo all’avvocato” frase simbolo del video e meme istantaneo.
A prescindere dalle questioni di merito, ho trovato molto interessante questo scambio, che ci permette di evidenziare cosa ha funzionato della comunicazione di Luis e cosa non ha funzionato di quella di Fedez. Mi aiuto con una tabella, così, perché sono un po’ ossessivo.
Insomma, Luis batte Fedez 4-0. E se, ma se, fosse tutto un elaborato modo per concentrare l’attenzione sul podcast. Io non sono gombloddista, ma qualcuno sì. D’altra parte lo stesso Fedez, qualche anno fa, aveva dato ad intendere di voler entrare in politica e invece stava solo facendo del marketing per il disco in uscita. Vedremo, vedremo!
1. UNA GRANDE CACCA SULLA SPIAGGIA
La mattina della Giornata mondiale dell’ambiente (6 giugno) sulla spiaggia di Bondi, in Australia, è comparsa una gigantesca cacca, alta 4 metri, con la forma arrotolata dell’emoji. Non si è trattato della deiezione di un dinosauro con problemi digestivi, ma dell’installazione artistica dell’azienda neozelandese Better packaging. La grande cacca (che meraviglia poter parlare dei miei argomenti preferiti) era, in realtà, una specie di rete riempita di oggetti di plastica. L’obiettivo era sensibilizzare l’opinione pubblica: la super cacca conteneva, infatti, la quantità di plastica che viene riversata ogni 30 secondi nell’oceano, tempo, tra l’altro, corrispondente alla durata del video che pubblicizza l’iniziativa.
Devo dire che è stata un’azione di guerrilla marketing molto azzeccata, non certo una cag**a!
2. PESCI PICCOLI - THE JACKAL - AMAZON PRIME VIDEO
NON LO SO, EH? Io amo i The Jackal e mio malgrado frequento il mondo della comunicazione, questa sembrava la serie perfetta per me. I protagonisti lavorano per una piccola agenzia di comunicazione, che ricorda, con le dovute differenze, la mia e tante altre. Pur essendo i The Jackal sempre stupendi, a questa serie manca qualcosa. Il format è simile a quello delle sitcom, con puntate brevi ed autoconclusive, i temi sono interessanti, ma non è un prodotto così divertente e ti risuona se sei un addetto ai lavori, in caso contrario secondo me rischi di trovarla un po’ noiosa.
Insomma, bene ma non benissimo.
È finita la Leletter, evviva la Leletter! Vuoi commentarla? Vuoi dirlo alla mamma? Vuoi dirlo all’avvocato? Basta che rispondi alla email con cui ti è arrivata.
Ma perché non fai qualcosa per la Leletter? Condividine dei brani sui social, inoltrala a qualcuno a cui vuoi male bene, parlane in giro, diventa un/una “Leletter evangelist”!
Ad maiora,
Emanuele