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Avatar di Alice Fadda

E se esistesse una via di mezzo che è: ok usare l’AI per scrivere i tuoi post su Ig, ok fargli domande su come aggiustare le lavatrici (tanto, comunque, avrai bisogno di un idraulico) ma gli stili unici e definiti di un illustratore o una illustratrice, fumettista, pittore e pittrice li lasciassimo ai legittimi proprietari?

Capisco che l’AI vada istruita, che abbia bisogno di materiale per vivere e che in teoria tutte le cose che produce sono di altre persone prese qua e là ma perché dobbiamo essere tuttз Zerocalcare, Caravaggio o Miyazaki?!

Ps. La fine del mondo di cui parla Miyazaki è strettamente legata al concetto di dolore in quel documentario, quindi il senso non è “Se usiamo l’AI moriamo tuttз” (esagero eh) ma è più “se l’AI rappresenta così il dolore, senza conoscerlo, senza sapere nulla della sofferenza quotidiana di una persona disabile, e così via, allora arriverà la fine del mondo”. Che sì, magari è eccessivo (ma teniamo pure conto della sua giapponesità) però è un pelo diverso.

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Avatar di Emanuele Salè

Ciao Alice, intanto grazie per il commento.

Dunque, secondo me, innanzitutto, va distinta la questione dell'input e dell'output. Chiedere all'AI di ghiblizzare una foto è, nella stragrande maggioranza dei casi, una cazzata, una boutade, un gioco del momento di cui ci si dimentica, quindi sicuramente è un comportamento evitabile, magari anche impostando dei filtri, ed è, come scrivevo, probabilmente quello che stanno cercando di fare. C'è anche da dire che, a detta di Open AI, quando un utente chiede una foto "in stile studio Ghibli", l'AI interpreta la richiesta come "in stile animazione giapponese contemporanea", ma è possibilissimo che sia un tentativo di evitare problemi legali.

La questione dei dati in input, invece, è secondo me molto più complessa, sia perché per la maggior parte è un processo ormai concluso, sia perché è molto difficile tutelare il diritto di ogni singola persona che abbia visto in qualche modo leso il proprio diritto d'autore. Per quello ipotizzavo dei forfait concordati con associazioni di categoria, ma era una pura speculazione, non conosco abbastanza a fondo la materia.

In merito alla precisazione riguardante la dichiarazione del 2016 di Miyazaki ti credo sulla parola, non ho visto l'intero documentario, posso solo dire che in quella porzione di video (lo puoi trovare qui, ad esempio: https://www.youtube.com/watch?v=qlloWHbIeyQ) lui reagisce decisamente male alla presentazione di immagini realizzate dall'AI da parte di alcuni suoi giovani collaboratori. Dice: "Potete anche fare delle cose orribili se volete, ma io non voglio averci niente a che fare. È un orribile insulto alla vita".

Si vedono anche le loro facce terrorizzate, come a dire "Cacchio abbiamo pestato un merdone!", uno prova a replicare "Ma è una cosa sperimentale, mica è destinata al pubblico". Lui dice che ne è consapevole, poi c'è uno stacco di camera, si vede Miyazaki di spalle, sconosolato, che afferma: "Penso che la fine del mondo sia vicina, gli esseri umani hanno perso fiducia".

Sicuramente, come dicevi tu, dandogli più contesto si può comprendere meglio e si può circoscrivere quell'affermazione, diciamo che in generale non sembra proprio felicissimo della tecnologia in sé, per usare un eufemismo!

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Avatar di Alice Fadda

Però ecco come non capirlo… ‘na vita passata a farsi venire la miopia per disegnare paesaggi e cieli così belli da essere quasi veri, esserini pazzerelli, architetture incredibili e con solo un prompt, tac, la faccia di Marcellino Rossi sul corpo di Totoro. E poi ha pure ‘na certa eh, quindi ha il tipico pensiero di uno che certe cose proprio no. Sicuramente c’è tanto lavoro da fare in merito e speriamo sia eticamente giusto. Ma potrei essere fin troppo ottimista.

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