E se pure Rocco si annoia noi che dovremmo fare?
Sai che anche un CV può essere un racconto emozionante? - Leletter N.101
Now playing: Force 10 from Navarone - Sleaford Mods ft. Florence Shaw
Ciao giovane padawan,
come stai? Com’è andata la tua settimana?
Giovedì scorso, come promesso, per festeggiare le 100 edizioni della Leletter abbiamo organizzato un “AperiLele”. I primi 8 che si sono prenotati la scorsa settimana sono stati miei ospiti e devo dire che è stato un bel momento di condivisione, conoscenza e cazzeggio, bisogna organizzarne altri!
Per il resto, che dire, nel fine settimana sono stato nuovamente male, stavolta con mal di gola e raffreddore, al che ho deciso di andare a fare le analisi, per capire se ho le difese immunitarie abbassate, qualunque cosa significhi questa abusata frase. Ho quindi iniziato la settimana osservando una “vampira” vestita con un camice, che mi portava via sangue ed energie alle 8 di mattina di un temporaneamente soleggiato lunedì. Mi ha anche rimproverato, perché “Mò che è uscito il sole siete arrivati tutti insieme e tutti alle 8, mica prima!”. Ho provato a replicare “Dottore’, ma è lunedì mattina, chi vorrebbe venire a fare un prelievo alle 6 e mezza?” ma la mia difesa è stata efficace come una lancia spuntata. Mi sono chiesto come dev’essere avere una routine molto molto diversa dalla mia; io che sono così calato nella mia realtà da ritenere che quella degli altri non possa essere tanto diversa. Svegliarsi ogni mattina prestissimo, recarsi in un ambulatorio, fare prelievi per 4-5 ore, avere a che fare con persone spesso riottose, staccare alle 14, andare a dormire alle 21 e 30 e ricominciare. Brutto? Bello? Chissà. La sera stessa ho iniziato a vedere “Supers3x”, la serie Netflix liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi e, per quanto sia appassionato del proprio, peculiare, lavoro, dopo un po’ si percepisce che anche a lui la routine, una routine fatta di carne, sudore e gemiti, stanca. Ma quindi, se persino il Re di Ortona è tediato dalla reiterazione delle proprie giornate professionali, qual è la soluzione? Cambiare sempre?
Con questo interrogativo aperto iniziamo con le notizie!
1. Google contro i siti generati dalle AI
A detta di molti, negli ultimi mesi i risultati della ricerca di Google sono stati poco corretti, per usare un eufemismo. Ma questo fenomeno non è tanto dovuto a uno sfarfallamento (termine tecnico) di Google, quanto a una proliferazione di testi di scarsa qualità generati dall’AI. E quindi Google ha deciso di predisporre un aggiornamento dell’algoritmo di quelli belli massicci, per stroncare i siti contenenti articoli di scarsa rilevanza o addirittura configurabili come spam. Questa decisione penalizzerà molti siti inutili ma ben posizionati grazie all’AI, ad esempio quelli che ripropongono necrologi copiati da altri siti al solo fine di attrarre traffico e dunque introiti pubblicitari (o fridd ‘n cuoll direbbero i partenopei).
Un altro fine che si propone Big G è quello di colpire il domain squatting, quella pratica per cui alcuni soggetti acquistano domini in scadenza di siti ben posizionati per piazzarci testi di scarsa qualità a scopo di spam o, peggio, di scam, ingannando gli utenti che credono di essere di fronte al vecchio portale.
Con questa “megapatch” dell’algoritmo, Google spera di ridurre drasticamente il posizionamento dei siti con contenuti di scarsa qualità generati dall’AI. Ma non è che per farlo colpirà anche i testi generati con l’Intelligenza Artificiale per siti non fraudolenti? Avoja a rimuovere siti Google!
2. Non trovi più Google Maps? Un motivo c’è: l’UE
Oh, non sono io che mi sono rincoglionito, è Google che ha tolto il collegamento alle mappe dalla pagina dei risultati di ricerca (detta SERP). Esempio: se cerco il ristorante “Da Gigi er buiaccaro” su Google, compaiono una serie di risultati nella colonna centrale, a destra la scheda del ristorante, in alto alcuni collegamenti, quali il motore di ricerca specifico per le immagini o per i video. Non c’è più da nessuna parte un link a Google Maps diretto, per cui, per visualizzare la bettola in questione su una mappa occorre digitare a manella l’indirizzo maps.google.com.
Ma perché Google ha deciso di fare questa modifica? Semplice: è stato costretto! L’UE ha approvato il “Digital Markets act” (DMA) che, tra l’altro, prevede che alcuni fornitori molto rilevanti di servizi digitali (i gatekeeper) debbano “slegare” alcuni servizi collegati tra loro, per non svantaggiare la concorrenza. Nell’esempio in questione, non inserendo un link alle proprie mappe dalla SERP, Google favorirebbe la ricerca anche su altre piattaforme. Sarà vero? Per quanto io comprenda la ratio della norma, credo che alla fine svantaggi gli utenti, i quali si trovano semplicemente a compiere un passaggio in più per usufruire di un servizio. Se questo atto fosse stato elaborato subito dopo l’avvento di Google Maps, allora forse avrebbe potuto incidere sulle abitudini d’uso degli utenti, per quanto anche l’elevata qualità del servizio ne ha decretato il successo, ma farlo oggi penso sia solo una rottura di scatole per noi poveri utenti.
Ascolta la playlist della Leletter!
La disoccupazione pensa "out of the box"
Si sa, cercare un lavoro è un’esperienza complessa: ci si candida a moltissime offerte (o “si applica” come dicono gli/le amanti dei calchi dall’inglese), spesso non si riceve neanche una risposta, rarissimamente si riesce ad avere la possibilità di fare un colloquio. Marta Puerto, una giovane product marketing manager madrilena, dopo essere stata improvvisamente licenziata, si trovava esattamente in quella situazione. Pensa che ti ripensa, decide di provare un approccio diverso, da pensiero laterale, creando un video per promuovere se stessa. Non si tratta tanto di un video CV, contenuto non diffusissimo ma già utilizzato da un po’, quanto di un’azione di storytelling, in cui Puerto racconta la propria storia, che ho brutalmente riassunto sopra, elencando anche le proprie caratteristiche professionali in diverse altre lingue. Alla fine del video, come se si trattasse di una versione valutativa di un software, viene visualizzata la scritta “Prova gratuita terminata. Fissa un colloquio”. Il video ha fatto il botto su Linkedin, arrivando, nel momento in cui scrivo queste righe, a 138mila reazioni, quasi 7mila commenti e oltre 5mila diffusioni del post. Questo conferma che pensare in modo creativo e fuori dagli schemi è un’attività tendenzialmente premiante e che uno dei migliori modi per uscire da un momento di impasse sia sempre quello di essere una mucca viola in un branco di mucche marroni, per citare il famoso libro di Seth Godin.
E brava Marta Puerto, sono sicuro che ora tu abbia problemi di scelta dell’offerta migliore!
C’è un nuovo influencer in India: il premier Modi
Ti ricordi come i politici italiani hanno usato i social prima delle ultime elezioni politiche? Contenuti non adatti, dirette infinite, errori di comunicazione banali e, soprattutto, balle di fieno subito dopo. C’è un politico, in India, che invece sa bene come comunicare sui social media e non è un politico qualunque: si tratta del premier Narendra Modi. Il leader del partito conservatore al governo da circa 10 anni, il Bharatiya Janata party (Bjp), è maestro nell’uso dei social, in particolare Youtube (il suo canale ha 22,4 milioni di iscritti), che rappresenta la piattaforma su cui vengono veicolati maggiormente i messaggi politici in India.
Modi nel corso degli anni ha saputo sfruttare appieno le potenzialità di questi media, ignorando la tv e preferendo il contatto diretto che i social gli consentono di avere con cittadini/e ed elettori/trici. Il premier ha colto un importante cambiamento della società indiana: nel 2012 il 2% del traffico dei dati mobili mondiali era originato in India, oggi la percentuale è salita al 21%, più di USA e Cina messi insieme. A detta di alcuni esperti di comunicazione, Modi può essere considerato un esempio per i suoi colleghi politici del resto del mondo.
Fun fact: delle oltre 100 playlist presenti sul suo canale ce n’è una in cui l’avatar del Primo Ministro indiano spiega le principali posizioni yoga. Fai anche tu yoga con Narendra Modi!
X chi? Aaaah, dici Twitter!
Quando ho letto questo articolo del Post ho pensato che effettivamente non poteva che andare così. Nonostante Elon Musk abbia imposto un cambio di nome ad una delle più vecchie e amate piattaforme social, le persone continuano a identificarla come Twitter. Innanzitutto perché X è un nome che fa schifo, diciamocelo, poco comunicativo ma anche poco affascinante, non racconta nulla e, come dice l’articolo, non si presta neanche a dei neologismi tipo “instagrammabile” o “twittare”. E poi, quando Musk ha fatto la sua operazione di rebranding, percepita da molti come una violenza, ha lasciato la piattaforma sostanzialmente uguale a prima, con qualche piccola modifica che non ne ha modificato la natura. La community di utenti storici di Twitter è molto affezionata al vecchio social e, per questo, spesso rema apertamente contro la nuova identità. Il risultato è la percezione una rivoluzione mancata, non necessaria, non adeguatamente preparata, con un sentimento di opposizione generalizzato che va ben oltre la naturale propensione degli esseri umani al mantenimento dello status quo, specie in ambito tecnologico.
Elon, se hai bisogno di un professionista della comunicazione bravissimissimo e sincero sono qui!
Pazienza un altro podcast | Guido Piccoli | RSI - Radiotelevisione svizzera
Questo piccolo podcast, prodotto, curiosamente, dalla Radiotelevisione svizzera, è un gioiello. Oltre a raccontare la storia bellissima e della vita e della carriera troppo brevi di Andrea Pazienza, un genio rinascimentale nell’Italia degli anni ‘70, narra dell’amicizia tra il disegnatore pugliese e l’autore del podcast stesso, Guido Piccoli. Sono presenti molte registrazioni di Pazienza, interviste, scenette improvvisate in compagnia di amici vari, tra cui lo stesso Piccoli, ma anche voci delle persone che lo hanno conosciuto, amato, accompagnato per un tratto della sua esistenza. Ne emerge la figura di un artista totale, dotato di un talento naturale, di una personalità irresistibile, di un’immensa sensibilità ma anche di una grande fragilità. Un ragazzo bello, intelligente e simpatico, capace di disegnare qualunque cosa in qualunque modo, in grado di esprimere pensieri molto molto profondi, che continua a far parlare di sé e a ispirare migliaia di persone.
“La pazienza ha un limite, Pazienza no!” (cit. Andrea Pazienza).
È finita la Leletter, evviva la Leletter! Vuoi far cancellare la Leletter dalla pagina dei risultati di Google? Basta che rispondi alla email con cui ti è arrivata.
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Ad maiora,
Emanuele