Now playing: Training Season - Dua Lipa
Ciao giovane padawan,
come stai? Com’è andata la tua settimana? Questo fine settimana sono stato a Reggio Emilia per vedere la mostra dedicata al gruppo punk-new wave “CCCP - Fedeli alla linea” allestita in un luogo stupendo, i Chiostri di San Pietro. L’esposizione ha perfettamente rispecchiato l’estetica e la semantica del gruppo, mi è piaciuta davvero tanto!
A parte questo, ci siamo. Non amo troppo i momenti di autocelebrazione, però sono veramente soddisfatto di essere arrivato alla centesima edizione (CENTO! CENTO!), non avrei mai pensato di tagliare questo traguardo il giorno in cui ho iniziato a scrivere la prima newsletter. Ringrazio molto tutti/e coloro che hanno contribuito a questo risultato, in particolare Federica, l’early supporter della Leletter, e Rosaria, la mia consulente preziosa, che mi ha fatto lavorare parecchio sullo stile e sul format e che mi dà sempre tanti consigli e spunti preziosi. Inoltre ringrazio tutti i collaboratori e collaboratrici che nel corso del tempo si sono avvicendati nell’impaginazione, compito ostico ma fondamentale. Il mio ringraziamento più sentito va a te, amico/a della Leletter (immaginami mentre ti guardo con l’aria gigiona di Berlusconi quando promise di abolire l’ICI), che ogni mercoledì ti svegli, fai colazione, ti siedi sul tuo trono di ceramica e leggi la Leletter in uno dei tuoi momenti più intimi, ne sono onorato!
Finito questo momento di celebrazione non richiesta iniziamo con le notizie, che poi sono il motivo per cui sei qui!
PS - un bacio e un ringraziamento anche a mammà, a Giancarlo Magalli, Antonio Albanese, Renato Pozzetto, Edwige Fenech, il maestro Yoda, Settimio Severo, Bombolo e Fiorello.
1. Arriva il portafoglio virtuale: attenzione pickpockeeeets!
Come il nostro amato accessorio portabanconote è sempre con noi, sopra una chiappa o nei meandri di una borsa, così il nuovo portafoglio digitale annunciato dal Governo, denominato IT Wallet, accompagnerà la nostra vita assiduamente. Nel nuovo applicativo confluiranno le funzionalità dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e della CIE (Carta d’Identità Elettronica), grazie ad esso sarà possibile accedere ai propri documenti principali, ovvero Carta di Identità, Patente di guida, Tessera sanitaria e Carta europea delle disabilità. Il sistema sarà istituito e gestito dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato insieme a Pago PA, tecnicamente sarà un’estensione dell’app IO ed entro il 2026 dovrà essere integrato nell’European Digital Identity Wallet.
Dopo molte discussioni sulla necessità di optare per lo SPID o per la CIE, il Governo italiano ha deciso di propendere per una terza via, che dovrebbe riassumere le funzionalità di entrambe le piattaforme in un ibrido che anticipa il sistema di identità digitale europeo. Spero solo che lo sviluppo del sistema avvenga nei tempi previsti e in modo efficace, perché questo tipo di tecnologia non è solo utile per i cittadini ma snellisce la burocrazia e contribuisce a tagliare le spese. Staremo a vedere, la Leletter vigila!
2. L’Apple car non ce l’ha fatta
Sono sempre i migliori che se ne vanno, signora mia, ma forse non è il caso della “Apple car”. Correva il 2014 quando l’azienda di Cupertino annunciò al mondo intero di star lavorando al Project Titan, quello di un’auto elettrica che si sarebbe guidata da sola. Tuttavia, nel corso degli anni, non ci sono stati progressi significativi, a fronte di investimenti importanti; inoltre nessuno capiva bene quale modello di business avrebbe dovuto supportare questo prodigio della tecnologia. Si parlava di un servizio in abbonamento di “robotaxi”, un taxi a guida autonoma, ma i conti non tornavano comunque. Apple è poi passata all’idea di produrre una macchina non più a guida autonoma ma completamente elettrica, di fascia alta, da far uscire nel 2028 a un prezzo attorno ai 100.000$, in pieno stile “mela morsicata”. Evidentemente anche in questo caso le prospettive non erano poi così rosee, dato che il progetto è stato dismesso con un comunicato ufficiale negli scorsi giorni. È significativo che l’annuncio sia stato accolto con favore dagli investitori e dal mercato, segno che il Project Titan non era considerato vincente, o comunque non nelle corde della Apple. Dai su, Tim, non te la prendere, non si può avere il successo dell’iPhone tutte le volte!
Ascolta la playlist della Leletter!
Caffè, cornetto e consigli per fare carriera
Questa non è la solita campagna pubblicitaria estremamente creativa di cui parlo di solito, è un’iniziativa meno eclatante ma secondo me molto efficace. Linkedin ha deciso, in collaborazione con l’agenzia pubblicitaria VCCP, di far circolare per le strade di Londra e di Manchester, un “coffee truck”, un camioncino attrezzato per fare caffè, ma molto particolare. Infatti, insieme alla bevanda calda amata in tutto il mondo, per gli avventori sarà possibile chiedere dei consigli sulla propria carriera lavorativa. Sul mezzo saranno presenti degli esperti che dispenseranno perle di saggezza ai giovani in merito al proprio percorso professionale. L’iniziativa è stato ribattezzata “Know-How to go”, letteralmente “Conoscenza a portar via”, giocando sull’ambivalenza del servizio. La campagna è efficace perché, una volta individuato un target preciso, i giovani, in particolar modo la Gen Z, è stata messa in atto una strategia piuttosto pervasiva per andare loro incontro, alla lettera. Linkedin ha deciso, inoltre, di accompagnare un rituale piacevole, molto presente anche nelle abitudini di questa generazione, con la possibilità di usufruire di un servizio gratuito di alto profilo non facile da reperire in altro modo.
Potrei mutuare questa iniziativa e girare per Roma con un apetto Piaggio sgangherato, offrendo porchetta e consigli di comunicazione agli avventori, questa sì che sarebbe pubblicità!
La voglia di essere cablati
È uscito questo articolo del Guardian che racconta dell’amore della Gen Z per i telefoni fissi. Ora, io non credo assolutamente che questa generazione nel suo complesso, o anche solo un’alta percentuale della stessa, voglia rinunciare al cellulare per il telefono fisso, manco se lo vedo. Tuttavia è innegabile che la tecnologia e l’estetica della fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000 esercitino un certo fascino sulle persone che nascevano in quel periodo. È interessante notare come quei/quelle bambini/e che sarebbero poi cresciuti a pane, smartphone e social guardassero telefilm e serie (NdL: la parola telefilm esiste solo in Italia, in inglese si sono sempre chiamate “series”) in cui i/le giovani adolescenti protagonisti trascorrevano ore al telefono con la cornetta incastrata tra guancia e spalla, attorcigliando il filo attorno alle dita.
Proprio a questo tipo di estetica alcuni/e ragazzi/e si sono ispirati quando hanno deciso di acquistare un vecchio telefono fisso, magari uno di quelli coloratissimi molto anni ‘90, in modo da stabilire dei contatti più lunghi, articolati e profondi, di quelli derivanti dalle chat o dai messaggi vocali. L’articolo del Guardian cita diversi esempi tra cui spicca quello di Nicole Randone, 24enne newyorchese, amante della telefonia “cablata”, ma anche dei personaggi e dell’immaginario di quegli anni, tanto da travestirsi da Britney Spears con il pitone sul collo, o da infermiera della copertina di “Enema of the state”, il disco-capolavoro dei Blink-182 del 1999.
Non credo che la Gen Z voglia tornare ai primi anni 2000, ma che questi, che per i suoi membri corrispondono agli anni dell’infanzia, esercitino una forza attrattiva molto forte che chi li ha vissuti, parlo per sentito dire, probabilmente, subisce molto meno.
Il Don Draper che inventò l’engagement (e il verde!)
Ci sono rivoluzionari silenziosi il cui pensiero e le cui opere hanno influenzato molto di ciò che venuto dopo di loro: è il caso di Howard Gossage, un pubblicitario degli anni ‘50-’60 molto famoso su cui è stato scritto un libro di recente, e un’intera edizione di una newsletter davvero interessante, “Perbacco!”.
Gossage ha usato moltissimo l’ironia in un periodo in cui non era affatto scontato farlo, come quando, per canzonare le case petrolifere che creavano benzine con sempre nuovi additivi, immaginò un’aggiunta inutile per pneumatici: l’aria rosa.
Nelle sue pubblicità, Gossage cercava di coinvolgere i lettori, ad esempio attraverso la compilazione e l’invio di coupon a fini ironici, creando, di fatto, il concetto di engagement e attivando un pubblico fino ad allora molto passivo.
Gossage, inoltre, comprese bene la forza pervasiva della pubblicità e la necessità di usarla, pertanto, a fini più alti rispetto alla semplice sponsorizzazione di un prodotto. Nelle sue idee troviamo un concetto molto contemporaneo di pubblicità: non è il prodotto in sé a dover essere promosso, ma è l’azione di comunicazione che crea clamore e dunque notorietà per il brand.
Il “Socrate di San Francisco”, com’era soprannominato Gossage, si battè molto per la tutela dell’ambiente, tanto da meritarsi la definizione di “uomo che inventò il verde”. Prese posizione a favore della resistenza degli abitanti di Anguilla contro la speculazione edilizia occidentale, ideò la campagna pubblicitaria per il Sierra Club contro l’allagamento del Gran Canyon e la creazione al suo interno di enormi dighe, inoltre si batté per la creazione del Parco nazionale di Redwood evitando che le sue sequoie secolari fossero abbattute.
Insomma, Gossage è stato un uomo intelligente, sagace, lungimirante, appassionato ed eticamente giusto ed è bello e importante ricordarne l’opera.
È finita la Leletter, evviva la Leletter! Vuoi farmi chiamare solo da telefono fisso? Basta che rispondi alla email con cui ti è arrivata.
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Ad maiora,
Emanuele